Se Denzel Treb sarà l’osservato speciale domenica prossima nel gran premio Tito Giovanardi, Massimo Compagno avrà gli occhi di tutti addosso perché ne è il creatore, l’allenatore, colui che più di chiunque altro lo conosce. Per questo ascoltare direttamente il trainer veneto ci è parso indispensabile per sapere qualcosa di più su un cavallo che lo scorso anno ha stupito tutti perché non è di taglia particolarmente grande, eppure atleticamente ha mostrato di essere nettamente il più forte della generazione, vincendo tutte le corse più importanti, compresi Anact e Mipaaf e restando ancora imbattuto dopo sette corse effettuate.
“E’ vero,” – conferma Compagno dal suo centro di Papozze, in provincia di Rovigo – “il cavallo era di taglia piccola ma durante il periodo invernale è cresciuto, si è fatto adulto, per così dire, e adesso ha un fisico non imponente ma comunque più robusto e in grado di crescere ancora. Devo dire che in questi mesi di sosta dopo il tour de force dello scorso anno non ha mai smesso di lavorare e quindi ha già un livello di condizione ottimale”
“Ha tutte le virtù del campione, cioè testa, gambe e cuore, che sono alla base di un atleta che voglia essere competitivo. Ma è un soggetto completo, non gli manca nulla. Ha imparato a partire, ha parziale importante, doti di fondo e meccanica esemplare. Lo dimostra il fatto che l’anno scorso ha sempre vinto con del margine e, soprattutto, correndo in qualsiasi schema”
“Non mi sbaglio se dico che non ho mai avuto un cavallo così forte in scuderia. E per uno come me, che ha allenato ottimi cavalli e che da tanti anni è in questo mondo, significa che è un fuoriclasse”
Le premesse per essere quello che in gergo si definisce un ‘crack’ ci sono tutte, ma Massimo Compagno non si esalta. Non è nel suo carattere.
“Io mi sono sempre affidato a un motto ‘piedi per terra e occhi al cielo’ e non lo cambierò certo con Denzel Treb. So che è un cavallo fantastico e posso sognare in grande, ma non mi nascondo che tutto può cambiare in un attimo, che un cavallo deve anche avere fortuna, non subire incidenti, mantenersi integro. E, inoltre, ho il massimo rispetto dei miei avversari. Non temo nessuno ma rispetto tutti”
“Ripeto, siamo al rientro, ma il cavallo non ha mai smesso il training e ha avuto modo di svolgere anche alcuni lavori importanti, l’ultimo dei quali, con Andrea Guzzinati, un paio di settimane fa a Modena. E’ stato lo stesso Andrea, che è il suo nuovo driver, a volerlo testare prima di salirci sopra in corsa. L’impressione è stata ottima. Denzel Treb ha svolto un lavoro sulla distanza in 2.30, ma con un ultimo chilometro molto veloce. Siamo rimasti tutti molto soddisfatti”
“Relativamente. Certo, meglio avere l’uno che il sette, però qualche volta la corda può essere un po’ una trappola. Nel senso che se non va in testa può rischiare di restare imbottigliato. Ma non credo sarà il suo caso. Pista grande e distanza lunga non dovrebbero creare problemi di questo genere”
“Non devi chiederlo a me. Decide Andrea Guzzinati dall’alto della sua esperienza. Quando sarà dietro l’autostart avrà le sue sensazioni sul cavallo e in base ad esse calcolerà se fare partenza a tutta o se avviarsi con cautela”
“Alla luce dei numeri, che sono sempre fondamentali, penso che Dardo Zack, Diabolik Nap, che parte fortissimo e Dimitri Ferm potrebbero essere i più insidiosi. Ma le corse sono corse e non si può mai snobbare nessuno. L’importante è che Denzel Treb faccia un buon rientro e dimostri di essere ulteriormente migliorato”
Il Gran Premio Giovanardi è in arrivo domenica 15 maggio in occasione della terza edizione di Modena nel Cuore. Scopri di più sul programma completo e come partecipare: modenanelcuore.it