Mutano, è vero, condizioni sociali o politiche, ma certi valori fondamentali nella vita dell’uomo rimangono inalterati. E questo dicasi, soprattutto, per avvenimenti cittadini che esprimono il consenso popolare. In tale collocazione di debbono considerare le corse al trotto che hanno ben poco mutato dalla loro originaria impronta. Esse, infatti, esprimono non solo interesse per una attività che in tutte le sue strutture ha conservato intatte le sue forme e i suoi rapporti, ma anche solide garanzie di tutela per gli allevamenti dei trottatori, nonché valori economici e turistici.
In questa analisi storico-filosofica, l’Ippodromo di Modena coi suoi 100 anni, trova la sua miglior verifica, sappiamo delle sue origini un po travagliate, nel 1872. A Modena si decise di costruire l’Ippodromo a due anni dalla proclamazione di Roma Capitale, per i modenesi era un fatto storico anche questo, deciso con un atto di liberalità che ancora oggi fa ancora meditare. L’ippodromo veniva a trovarsi tra due costruzioni del periodo Estense: la cittadella eretta nel 1635 per decisione di Franceso I e il Forum Boarium voluto da Francesco IV, iniziato su progetto del Vandelli nel 1834 e completato cinque anni dopo. La citazione del Forum Boarium non è casuale perché essa si ricollega alle origini della “Fiera” dei bovini e dei cavalli. I cento anni di storia dell’ippodromo sono stati, pertanto direttamente garantiti da un perfetto sodalizio fra la Società Ippica (poi Società Modenese per Esposizioni Fiere e Corse di Cavalli), Comune e Autorità Militare. Il progetto dell’Ing. Luigi Gandini e del Dott. Luigi Gregori comportò una spesa preventiva di 20.000 lire che, al completamento dell’opera (evidentemente anche allora si manifestava una certa svalutazione), diventarono 60.000 lire.
La posta di forma ellittica, con due parallele congiunte alle estremità dei semicircoli, è di metri 815,95. le prime corse ebbero luogo nei giorni 19 e 20 maggio del 1872. Fatta eccezione per il 1945, cioè l’anno della più intensa e drammatica attività bellica del secondo conflitto mondiale, le corse hanno avuto una regolare continuità anche se nel 1912, a causa delle avversità atmosferiche (fatalmente i capricci di Aprile si sono spesso riversati sulle corse), si svolsero in Ottobre. Sull’anello sabbioso del Foro Boario furono celebri protagonisti Vandalo, il cavallo russo Zeitoff.
La riunione di Modena, stabilita in tre giornate con lo svolgimento del premio Internazionale Ghirlandina, ha una priorità: è l’unica a far svolgere le corse di Lunedì ed è “il Lunedì del Ghirlandina” a richiamare dirigenti e pubblico da tutta Italia per la chiusura degli altri ippodromi. Famosi negli anni 20 i cavalli Billy Bunker e Princes Moko fecero epoca i duelli ingaggiati dai guidatori cittadini Barbetta-Bianchini, ai quali poi si aggiunse Carlo Cacciari. La sua prima vittoria sulla pista di casa è del 1919 con Tolmino. I nomi di Etrusco, Loredana e Dano si impongono quali vincitori del Premio Allevamento. E’ certo che la fama di Cacciari venne consacrata nel Ghirlanda del ’48 allorché il sulky di Tais Toi si impose sul grandissimo Mistero a tempo di record. Carlo Cacciari e le sue 1000 vittorie restano una testimonianza indelebile a dimostrazione del livello raggiunto dalle scuderie modenesi e dalla classe dei loro Driver.
L’ippodromo assunse, in seguito, l’aspetto di un impianto permanente consentendo la presenza stabile, per tutto l’anno, di cavalli in allenamento. al “gioco” vennero riservati i locali sottostanti le tribune, completati poi con la costruzione di altri sportelli, unendo i due corpi di fabbricato con una unica pensilina.